Ricostruire la pace: la storia di misericordia e perdono di Claudia e Irene

Claudia Francardi e Irene Sisi hanno raccontato il loro incontro, che è molto più di una storia di amicizia. È l’esempio di come dall’orrore di una vita tolta con la violenza possa nascere la luce di un rapporto profondo, una riconciliazione, un percorso riabilitativo sincero e concreto. La loro storia è stata ascoltata venerdì 10 febbraio a Falconara Marittima, in un Centro Pergoli gremito, in occasione del terzo e ultimo incontro “Giustizia riparativa, la pace ricostruita”, della quinta edizione di “Io Sono Pace”. Claudia Francardi e Irene Sisi, rispettivamente moglie del carabiniere Antonio Santarelli e madre del giovanissimo Matteo, hanno raccontato il triste episodio di cronaca avvenuto ormai dodici anni fa in provincia di Grosseto. Una sera Matteo, fermato con altri tre giovani amici ad un posto di blocco per un controllo di routine, aggredì Antonio che morì dopo una lunga degenza in ospedale, lasciando nella disperazione la moglie e un figlio. Da quella sera iniziò per Claudia e Irene un percorso parallelo di dolore, disperazione, buio, solitudine, angoscia. Contestualmente cominciò l’iter della giustizia ordinaria che portò il tribunale a comminare a Matteo la pena dell’ergastolo. Giustizia fu fatta, ma le due donne continuarono a vivere uno stato di profondo e irrisolto senso di colpa, dignità violata, solitudine, vuoto.

Poi un giorno Claudia ricevette una lettera da parte di Irene e avvenne il grande cambiamento nella vita delle due donne. Iniziò un percorso di conoscenza, frequentazione, empatia, comprensione profonda dei rispettivi dolori, fino all’incontro di Claudia con Matteo. Oggi Claudia e Irene sono diventate amiche e seguono con attenzione i grandi cambiamenti che anche Matteo ha iniziato a fare ottenendo una laurea in Scienze della Formazione e iniziando a lavorare in un carcere minorile come educatore, condividendo la stessa vita dei giovani detenuti. Hanno fondato un’associazione “AMICAino e Abele”, attraverso cui promuovono iniziative di educazione alla legalità nelle scuole. L’incontro è stato l’occasione per presentare il programma di “Giustizia Riparativa” che la Caritas di Ancona-Osimo sta implementando nel territorio e nei due istituti penitenziari di Barcaglione e Montacuto, dove operano da diversi anni due gruppi di volontari con interventi di ascolto e di sostegno ai bisogni dei detenuti. Un progetto che mira a promuovere il processo di recupero sociale del detenuto e a restituire dignità alla vittima del reato e ai suoi familiari.

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