Si è svolto presso la parrocchia S. Giuseppe Moscati un incontro promosso dalla Caritas e dall’Ufficio Pastorale per la famiglia, nell’ambito del ciclo “Io sono Pace”, sul tema “Accoglienza Condivisa – Il ruolo della famiglia nell’esperienza dei Corridoi Umanitari”. L’iniziativa s’inserisce nel percorso che la Diocesi di Ancona-Osimo ha avviato con la “Quaresima di Carità 2019” per dare ospitalità a una famiglia di proveniente dai Campi profughi di raccolta dell’Etiopia e della Giordania, fatti entrare legalmente nel nostro paese tramite canali ufficiali. Si tratta del progetto noto come “Corridoi Umanitari” promosso dalla Comunità di Sant’Egidio, dalla CEI con l’adesione del nostro Governo.
(Il progetto, completamente autofinanziato, si propone come principali obiettivi evitare i viaggi con i barconi nel Mediterraneo, che hanno già provocato un numero altissimo di vittime, tra cui molti bambini; impedire lo sfruttamento dei trafficanti di uomini che fanno affari con chi fugge dalle guerre; concedere a persone in “condizioni di estrema vulnerabilità” (vittime di persecuzioni, torture e violenze, famiglie con bambini e anziani malati, persone con disabilità) un ingresso legale sul territorio italiano.)
All’incontro – molto partecipato – hanno portato la loro testimonianza alcuni operatori e volontari della Diocesi di Jesi dove, già da circa un anno, stanno sperimentando con successo questo modello di accoglienza e integrazione. Storie di ordinaria quotidianità, di vicinanza, di condivisione. Storie che sgretolano i muri della paura, dell’intolleranza, dell’indifferenza e che aprono spazi di dialogo e di amicizia, di conoscenza. Le sfide dell’immigrazione interpellano alla radice la nostra fede e sollecitano un più ampio coinvolgimento responsabile di tutta la comunità. Nel dare risposte seppure parziali al grande dramma di milioni di profughi, il modello di un’accoglienza condivisa apre spazi nuovi di conversione e di solidarietà.
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